Oggi alle 14.00 si è aperta la possibilità di presentare istanza di partecipazione alle procedure concorsuali ordinarie per posti comuni e di sostegno nella scuola dell’infanzia, primaria e nella scuola secondaria.
I posti a bando sono complessivamente 58.135, di cui 27.376 per la scuola primaria e dell’infanzia e 30.759 per la scuola secondaria. I posti comuni sono 50.866 e i posti di sostegno 7.269.
Le istanze potranno essere presentate dalle ore 14.00 del 10 ottobre fino alle ore 23.59 del 29 ottobre 2025.
Così in una nota il Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Con la pubblicazione dei Decreti Ministeriali n. 205 e 206 del 26 ottobre 2023, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha ridefinito i criteri di valutazione dei titoli culturali, professionali e di servizio nei concorsi per il reclutamento dei docenti.
Si tratta di un passaggio tecnico, ma cruciale, perché incide direttamente sulla graduatoria finale e sulla possibilità di assunzione a tempo indeterminato.
Due allegati, due tabelle di riferimento
Gli allegati B ai decreti 205 e 206 definiscono in modo distinto le tabelle di valutazione per:
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Scuola dell’infanzia e primaria (DM 206);
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Scuola secondaria di primo e secondo grado (DM 205).
In entrambi i casi, il punteggio massimo attribuibile ai titoli è di 50 punti, da sommare al risultato delle prove concorsuali.
La filosofia è comune: premiare non solo l’abilitazione, ma anche la qualità del percorso accademico, le specializzazioni e il servizio prestato.
Il punteggio base dipende dal voto di laurea o di abilitazione.
Voti inferiori a 75 centesimi non danno punteggio; oltre tale soglia, si applica una formula proporzionale (p − 75) ÷ 2).
Per chi ha conseguito la laurea in Scienze della Formazione primaria, è previsto un incremento fino a 18,75 punti, riconoscendo la selettività del percorso quinquennale abilitante.
Nella secondaria, invece, il possesso di un’abilitazione conseguita tramite percorsi selettivi o abilitazioni estere riconosciute aggiunge 12,50 punti; altre abilitazioni diverse danno 5 punti.
Grande spazio è dato ai titoli accademici e culturali aggiuntivi, in linea con la logica europea delle competenze.
I punteggi più alti riguardano:
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Dottorato di ricerca, abilitazione scientifica nazionale o assegni di ricerca → fino a 12,50 punti;
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Ulteriore laurea magistrale o diploma accademico di II livello → 7,50 punti;
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Specializzazione su sostegno aggiuntiva → 5 punti;
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Certificazioni linguistiche C1 e C2 → rispettivamente 3,75 e 5 punti;
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Master universitari annuali da 60 CFU → 1,25 punti ciascuno, per un massimo di tre titoli in anni diversi.
Anche i corsi CLIL e la specializzazione in italiano L2 vengono valorizzati, a conferma della crescente attenzione alla didattica plurilingue e all’inclusione.
Il servizio resta un pilastro della valutazione.
Per ogni anno di insegnamento svolto nella scuola statale o paritaria sullo specifico posto o classe di concorso, sono attribuiti 2 punti.
È valutato anche il servizio prestato nei Paesi UE, purché riconducibile alla tipologia di posto; non è invece cumulabile tra posto comune e sostegno.
La norma di riferimento è l’art. 11, comma 14, della legge 124/1999.
Per le procedure su sostegno, è premiata la specializzazione conseguita attraverso percorsi selettivi pubblici (TFA Sostegno o equivalenti), con un’aggiunta fino a 12,50 punti.
La ratio, come sottolineato nel video ministeriale, è valorizzare la formazione specifica e l’impegno dei docenti nell’inclusione scolastica, tema cardine della strategia MIM 2023-2025.
La riforma dei punteggi nei concorsi scuola, attuata dai DM 205 e 206 del 2023, si inserisce nella più ampia revisione del reclutamento docenti prevista dal PNRR e dal D.L. 36/2022.
Per i candidati, diventa essenziale organizzare in modo strategico la propria carriera formativa: scegliere master e certificazioni realmente utili, puntare a esperienze di ricerca o insegnamento coerenti, e mantenere aggiornati i propri titoli linguistici e CLIL.