Buongiorno,

La vicenda in breve.

Ero l’avente diritto ad una cattedra di A037 (Istituto e classe di concorso inseriti come prima preferenza) in quanto primo in GPS II fascia, ma la docenza è stata assegnata (giustamente) ad un collega presente in GPS II fascia dietro di me ma con titolo di riserva dovuto ad una disabilità.

Dopo tre mesi, a seguito di controlli e verifica, il contratto del collega è decaduto, sembra, per incongruenza della stessa riserva. La cattedra è ritornata così disponibile.

Il quesito.

Quando si procede alla riassegnazione della supplenza da parte dell’uat, si deve far riscorrere la graduatoria di II fascia GPS e quindi individuarmi come primo docente libero avente diritto oppure è giusto escludermi per non aver inserito tra le preferenze sedi non gradite su cui ho rinunziato in partenza e considerarmi così rinunziatario in tutte le sedi anche quelle di cui ho espresso preferenza?

In risposta al quesito posto si evidenzia che le graduatorie Gps vengono gestite da un algoritmo. L’algoritmo è una procedurainformatizzata, che mette in atto quanto previsto dalla normativa. In particolare, per questo biennio, il riferimento principale è l’OM 88/2024A livello pratico, l’algoritmo prende in esame l’ordine degli aspiranti inseriti in ogni graduatoria. Una volta selezionato il candidato, il sistema scorre le preferenze indicate dal candidato, seguendo l’ordine immesso. Se dovesse trovare una supplenza disponibile tra le preferenze inserite, allora l’algoritmo assegnerà la relativa nomina da GPS.

Nella stragrande maggioranza dei casi, il “salto” dell’algoritmo è dovuto proprio alla compilazione delle preferenze. Infatti, se non vengono indicate alcune tipologie di supplenze e, al momento dello scorrimento del candidato, dovessero essere disponibili solamente quei posti che non sono stati specificamente inclusi tra le proprie preferenze, l’algoritmo andrà avanti, considerando il candidato rinunciatario.

Va precisato che, chi ha compilato coscientemente la graduatoria ed era già consapevole che alcune scelte non sarebbero mai state di proprio gradimento, ha comunque fatto la cosa giusta, in quanto, pur essendo destinatario di nomina, avrebbe rinunciato ugualmente alla stessa, evitando di penalizzare chi invece avrebbe accettato quell’incarico.