Le posizioni economiche

Nell'ambito dello sviluppo orizzontale di carriera, l'art. 52 conferma le cosiddette posizioni economiche e quindi un importo in busta paga, elevato per i collaboratori a 700 € annui,  da attribuire sulla base di una procedura selettiva tramite corso di formazione.

Risulta  abrogato l'art. 50 del precedente CCNL   per il quale ai collaboratori con posizione economica dovevano essere automaticamente affidate le mansioni concernenti "l'assistenza degli alunni diversamente abili e l'organizzazione degli interventi di primo soccorso". Ne consegue che anche queste unità concorrono agli incarichi di responsabilità retribuiti, potendo far valere le competenze acquisite nei percorsi  di formazione per l'acquisizione della posizione economica. In sede di contrattazione integrativa nazionale si potrà prevedere che "l'indennità corredata all'incarico  sia assorbita in tutto o in parte, fino a concorrenza del valore della posizione economica in godimento" (art. 54 c. 4).

Ovviamente il  personale con posizione economica, così come ogni altro collaboratore, non può sottrarsi ai compiti di assistenza che rientrano nel profilo e nel mansionario della relativa area. Si può  ritenere, piuttosto,  che debba essere individuato con priorità per questi compiti in virtù delle competenze acquisite nei suoi percorsi di formazione.

L'operatore scolastico

Il precedente contratto nazionale contemplava nell'Area As la figura del collaboratore scolastico dei servizi, rimasta però sulla carta, che nel nuovo sistema di classificazione assume la denominazione di operatore scolastico.

Esercita tutte le mansioni del collaboratore scolastico, garantendo però "attività qualificata non specialistica di assistenza  e monitoraggio delle esigenze igienico-sanitarie agli alunni con disabilità".

Coerentemente con questa mansione, si richiede, per l'accesso  dall'esterno a questo profilo, 

attestato di qualifica professionale di operatore dei servizi sociali o, in alternativa, diploma di qualifica triennale  conseguito in istituto professionale, unitamente alla certificazione di competenze socio-assistenziali.

Si richiede anche la certificazione internazionale di alfabetizzazione digitale, ormai requisito di accesso per tutti i profili tranne quello di collaboratore.

Potranno transitare all'area degli operatori, i collaboratori con 5 anni di servizio se in possesso dell'attestato di qualifica OSA e con 10 anni di servizio e il  diploma della secondaria di I grado.

Si auspica la rimozione di intralci e remore, magari di natura finanziaria, alla diffusione di questa figura che può offrire servizi ed interventi essenziali nella gestione e quindi nell'inclusione degli allievi con minorazioni e disabilità. Ricordiamo che essa deve possedere conoscenze teoriche e capacità operative e tecniche, per l'utilizzo di saperi, materiali, strumenti ed abilità cognitive, relazionali e sociali nell'ambito dei propri compiti assistenziali che attengono alla vestizione,  alimentazione, igiene, movimentazione dei soggetti assistiti. Si tratta di interventi che nei casi di più severa limitazione dell'autonomia dell'allievo o di complessità e gravità dei suoi deficit, eccedono l'assistenza di base ed esorbitano dalla perizia e dalle competenze generiche del collaboratore scolastico.

Ovviamente non si avrà il suo disimpegno perché gli interventi più richiesti nella quotidianità rientrano nell'assistenza di base a cui, in ambito domestico, provvedono di solito le figure parentali.

Si avranno, in definitiva, tre livelli di assistenza  (di base, qualificata, specialistica) da fornire presumibilmente  agli allievi sulla base delle indicazioni del profilo di funzionamento e del PEI, redatto dal Gruppo di Lavoro Operativo (GLO), nella cui composizione è auspicabile includere anche l'operatore scolastico.

Nel momento in cui questa figura diventerà operativa,  si dovranno ridefinire le relazioni inter-professionali  all'interno degli istituti, rinegoziare gli impegni di lavoro,  gestire le conflittualità, creare spazi di collaborazione soprattutto con i docenti.

Alla fine il piano delle attività, elaborato  nell'ambito delle rispettive competenze,  da DSGA e DS,  sarà lo strumento operativo per organizzare e modulare gli interventi di assistenza e massimizzare i livelli di inclusività  dei percorsi di istruzione.